Museo dei cordai di Castelponzone

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Castelponzone: tra storia e tradizioni

Il Museo dei cordai si trova a Castelponzone, oggi un piccolo borgo del comune di Scandolara Ravara che vanta però un’antica e importante storia, essendo stato fin dal Medioevo la sede del feudo dei cremonesi conti Ponzone che ne fecero nei secoli uno dei più importanti centri del casalasco. Della rocca, edificata all’interno di una fortificazione che difendeva tutto il perimetro dell’abitato, ancora oggi si possono vedere i suggestivi resti. Castelponzone ha una particolare struttura urbanistica che, unita alle sue radici storiche, gli ha permesso negli ultimi anni di poter essere annoverato tra i borghi più belli d’Italia.

Ma Castelponzone è stato anche fucina e culla di una secolare tradizione artigiana, nata tra gli antichi muri e le vie sterrate di un tempo: l’arte dei cordai. Tra le tante attività commerciali che erano fiorite nel borgo dovute alla sua privilegiata situazione storica, questa produzione artigiana ha assunto forte rilievo, soprattutto a partire dalla metà dell’Ottocento, fino ad arrivare a coinvolgere buona parte degli abitanti del posto.

 

La produzione della corda

La corda si otteneva dalla canapa, materia prima coltivata inizialmente in loco, soprattutto quando questa attività era ancora poco diffusa, ma successivamente acquistata in quantità nelle zone di maggior produzione, come Modena e Ferrara, dopo il consolidamento della tradizione artigiana e l’espansione della produzione, che raggiunse i suoi massimi livelli nella prima metà del Novecento. Più tardi, venne sostituita con un nuovo materiale, più moderno, economico e funzionale alla produzione: il sisal.

I primi cordami venivano realizzati con una tecnologia semplice e ingegnosa, che si basava sull’azionamento manuale di una grande ruota e un attrezzo in legno, utilizzato per la torcitura dei fili, detto masoòl. L’attività produttiva, divisa in tutte le sue fasi della lavorazione, era un evento che coinvolgeva tutta la famiglia del cordaio: dai più anziani fino ai bambini, cui era affidato il compito di azionare la ruota. Negli anni ’30, furono l’introduzione di un sistema semiautomatico e il ricorso all’energia elettrica a rendere più agevole il lavoro. I tipi di corde prodotti andavano da quelle più comuni per gli usi agricoli fino alle grosse gomene e alle sartie destinate alle navi, in un raggio di commercializzazione ormai allargatosi a varie regioni d’Italia e addirittura all’estero, incidendo profondamente non solo l’economia locale, ma anche la stessa vita, adattatasi alle cadenze stagionali di vendita e di lavoro.

Il devasto portato dalla Seconda Guerra Mondiale e l’avvento di nuove tecnologie nei successivi anni portarono a un progressivo e definitivo declino di questa attività, con la nascita delle produzioni industriali più avanzate e l’utilizzo delle fibre plastiche che avevano ormai occupato il mercato, soppiantando la canapa.

 

Il museo

Fra le realtà museali del casalasco, il Museo dei Cordai, che fa parte del Distretto culturale della provincia di Cremona, costituisce una novità e un interessante arricchimento sul piano etnografico, per la rassegna completa degli attrezzi usati nelle diverse epoche per la fabbricazione della corda e il vasto campionario di corde e di manufatti: da quelle usate per i finimenti dei cavalli a cordami più pesanti, destinati a usi diversi come lavori agricoli o marinari. La grande ruota a manovella, fulcro dell’esposizione, permette di osservare e sperimentare direttamente la confezione della corda a partire dai singoli fili: gli ultimi, anziani cordai, che possiedono ancora i segreti dell’abilità manuale del lavoro, illustrano tutte le fasi del processo.

Oggi, quello dei cordai è un lavoro scomparso e le corde in canapa sono ormai in disuso, soppiantate dalle nuove fibre in materiale plastico prodotto industrialmente, ma il ricordo del passato e la tradizione non potranno mai essere dimenticati e continuano a esistere, più vivi che mai.

 

Attività didattiche

Il museo propone una serie di laboratori didattici che si rivolgono in particolare alle scuole elementari e medie inferiori, mentre per le scuole superiori sono possibili visite guidate con approfondimenti storici, etnografici, tecnologici secondo un programma concordato con gli insegnanti. I laboratori pratici si concentrano sulla storia, sulla realizzazione e sugli usi della corda.

La corda a Castelponzone: con il supporto di materiale video documentario e di fotografie storiche, si illustrano le antiche tecniche dei cordai e la civiltà del lavoro che intorno ad esse ruotava fra Otto e Novecento. La dimostrazione pratica da parte di uno degli ultimi cordai permette di assistere alla tradizionale lavorazione della corda.

Storie di corda: con una breve lezione si introduce la storia del borgo fortificato, feudo dei Ponzone, fino all’introduzione della lavorazione della corda. Vengono quindi illustrate le diverse fasi di lavorazione della fibra grezza; i ragazzi realizzano infine essi stessi la corda.

Intrecciare e annodare: dopo un’introduzione sulle tecniche artigianali di realizzazione delle corde, i ragazzi apprendono a creare oggetti d’uso come le reti, o ornamentali come piccoli monili, intrecciando e annodando la corda.

 

Informazioni generali

Indirizzo: Museo dei Cordai di Castelponzone

Via Buschini, 3 – Castelponzone di Scandolara Ravara (Cremona)

Giorni e orari di apertura: Domenica e festivi 16.00-19.00; nei giorni feriali su prenotazione

 

Costi

Intero 2 €; visita guidata 4 €;

Visita e attività didattica 5 €

Accessibile ai disabili

 

Contatti

Email: museodeicordai@gmail.com

Biblioteca di Scandolara Ravara: 347 7802091;  biblioteca@unionemunicipia.it

Comune di Scandolara Ravara:  0375 95101

Scarica la brochure del Museo »»»

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Le Terre Casalasche
Il Distretto delle Terre del Casalasco comprende i Comuni di Casalmaggiore, Casteldidone, Gussola, Martignana di Po, Torricella del Pizzo, Motta Baluffi, Scandolara Ravara, Rivarolo del Re ed Uniti, Spineda, San Daniele Po, Cingia de’ Botti, San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, San Martino del Lago, Voltido. Si sviluppa entro l’area del Casalasco, un territorio dalle numerose potenzialità economiche, turistiche ed ambientali, la cui esplicazioni in termini di sviluppo e visibilità sono ancora tutte da attivare.